Dal punto di vista sportivo, invece, quali bilanci si
possono trarre? Sembra innegabile che dal punto di vista delle medaglie le
vincitrici di questi Giochi siano la Norvegia e, in misura minore, la Germania,
le nazioni che hanno beneficiato di più della messa al bando russa, in
discipline come il biathlon o lo sci di fondo [4]. Con 14 titoli olimpici
ciascuna, entrambe le nazioni hanno eguagliato il record di medaglie d’oro in
una sola Olimpiade, detenuto dal Canada e ottenuto nel 2010. La Norvegia ha
inoltre stabilito il record di medaglie totali vinte in un’edizione (39),
migliorando di ben 13 medaglie il proprio record precedente, che risaliva a
Lillehammer 1994. Oltre alle due menzionate, le altre due nazioni ‘vincitrici’
di questi Giochi possono essere considerate le due asiatiche, Corea del Sud e
Giappone, che hanno entrambe migliorato di 3 medaglie il loro record precedente
ai Giochi invernali. Le uniche altre nazioni ad essersi migliorate sono il
Canada nel numero totale di medaglie (29) e, nel numero di ori (5), la Francia,
che ha beneficiato dell’apice della forma del suo atleta di punta Martin
Fourcade e della squadra di biathlon in generale, oltre a nazioni ‘minori’ dal
punto di vista degli sport invernali, come la Gran Bretagna, la Spagna o la
Nuova Zelanda. La tabella qui sotto indica il precedente record ottenuto da
ognuna delle nazioni medagliate a Pyeongchang per quanto riguarda le medaglie
totali e il numero di ori, e le medaglie – totali e d’oro – ottenute a questa
edizione (in verde, se il record è stato migliorato, e in rosso se il risultato
è inferiore).
Norvegia
|
26 (1994)
|
13 (2002)
|
39
|
14
|
Germania
|
36 (2002)
|
12 (1998, 2002)
|
31
|
14
|
Canada
|
26 (2010)
|
14 (2010)
|
29
|
11
|
Usa
|
37 (2010)
|
10 (2002)
|
23
|
9
|
Paesi Bassi
|
24 (2014)
|
8 (2014)
|
20
|
8
|
Corea del Sud
|
14 (2010)
|
6 (2006, 2010)
|
17
|
5
|
Russia
|
29 (2014)
|
11 (1994, 2014)
|
17
|
2
|
Svizzera
|
15 (1988)
|
6 (2010, 2014)
|
15
|
5
|
Francia
|
15 (2014)
|
4 (1968, 2002, 2014)
|
15
|
5
|
Svezia
|
15 (2014)
|
7 (2006)
|
14
|
7
|
Austria
|
23 (2006)
|
9 (2006)
|
14
|
5
|
Giappone
|
10 (1998)
|
5 (1998)
|
13
|
4
|
Italia
|
20 (1994)
|
7 (1994)
|
10
|
3
|
Cina
|
11 (2006, 2010)
|
5 (2010)
|
9
|
1
|
Rep. Ceca
|
8 (2014)
|
2 (2010, 2014)
|
7
|
2
|
Finlandia
|
13 (1984)
|
4 (1924, 1984, 1988, 2002)
|
6
|
1
|
Gran Bretagna
|
4 (1924, 2014)
|
1 (11 edizioni)
|
5
|
1
|
Bielorussia
|
6 (2014)
|
5 (2014)
|
3
|
2
|
Slovacchia
|
3 (2010)
|
1 (2010, 2014)
|
3
|
1
|
Australia
|
3 (2010, 2014)
|
2 (2002, 2010)
|
3
|
0
|
Polonia
|
6 (2010, 2014)
|
4 (2014)
|
2
|
1
|
Slovenia
|
8 (2014)
|
2 (2014)
|
2
|
0
|
Spagna
|
1 (1972, 1992)
|
1 (1972)
|
2
|
0
|
Nuova Zelanda
|
1 (1992)
|
0
|
2
|
0
|
Ungheria
|
1 (6 edizioni)
|
0
|
1
|
1
|
Ucraina
|
2 (1994, 2006, 2014)
|
1 (1994, 2014)
|
1
|
1
|
Belgio
|
2 (1948)
|
1 (1948)
|
1
|
0
|
Kazakistan
|
3 (1994)
|
1 (1994)
|
1
|
0
|
Lettonia
|
4 (2014)
|
0
|
1
|
0
|
Liechtenstein
|
4 (1980)
|
2 (1980)
|
1
|
0
|
Da notare che l’exploit della Norvegia le consente un balzo
notevole nel medagliere olimpico (estivo e invernale) di tutti i tempi, dal quattordicesimo
al decimo posto, superando nazioni come la Germania Est, l’Australia,
l’Ungheria o il Giappone. La tabella che segue indica le prime 15 nazioni nel
medagliere olimpico generale per numero di medaglie totali prima e dopo le
Olimpiadi di Pyeongchang [5].
1.
|
Usa
|
2.804
|
Usa
|
2.827
|
|
2.
|
Urss
|
1.204
|
Urss
|
1,204
|
|
3.
|
Germania
|
961
|
Germania
|
992
|
|
4.
|
Gran Bretagna
|
875
|
Gran Bretagna
|
880
|
|
5.
|
Francia
|
825
|
Francia
|
840
|
|
6.
|
Italia
|
691
|
Italia
|
701
|
|
7.
|
Svezia
|
638
|
Svezia
|
652
|
|
8.
|
Cina
|
599
|
Cina
|
608
|
|
9.
|
Russia
|
554
|
Russia
|
571
|
|
10.
|
Germania Est
|
519
|
Norvegia
|
520
|
|
11.
|
Australia
|
509
|
Germania Est
|
519
|
|
12.
|
Ungheria
|
497
|
Australia
|
512
|
|
13.
|
Giappone
|
484
|
Canada
|
501
|
|
14.
|
Norvegia
|
481
|
Ungheria
|
498
|
|
15.
|
Canada
|
472
|
Giappone
|
497
|
|
16.
|
Finlandia
|
464
|
Finlandia
|
470
|
|
17.
|
Paesi Bassi
|
395
|
Paesi Bassi
|
415
|
|
18.
|
Svizzera
|
330
|
Svizzera
|
345
|
|
19.
|
Corea del Sud
|
320
|
Corea del Sud
|
337
|
|
20.
|
Austria
|
305
|
Austria
|
319
|
Se altre nazioni hanno leggermente ridimensionato il loro
bilancio rispetto alle precedenti edizioni, per nessuna si può parlare di vera
e propria contro-performance, se non per qualche nazione di seconda fascia,
come la Bielorussia (dalle 6 di Soči alle 3 di Pyeongchang), la Slovenia (da 8
a 2) o la Polonia (da 6 a 2). Questo, ovviamente, se si esclude il caso della
Russia, le cui prestazioni possono difficilmente essere comparate a quelle di
quattro anni fa, e che ha dimezzato le medaglie rispetto a quelle di Soči (già
ridotte da 33 a 29 a causa del doping).
Anche dal punto di vista dei paesi medagliati le Olimpiadi
di Pyeongchang hanno costituito un record. Sono infatti 30 le nazioni che hanno
ottenuto almeno una medaglia, e se nessuna ha ottenuto il suo primo successo a
questi Giochi, sono tornate sul podio nazioni che mancavano dal medagliere
invernale da diverse edizioni, come il Belgio (dal 1998), la Nuova Zelanda, la
Spagna (entrambe dal 1992), il Liechtenstein (dal 1988) e l’Ungheria (dal
1980). La crescita nel numero dei paesi medagliati, tuttavia, non è
necessariamente correlato ad una democratizzazione degli sport, in questo caso
invernali, ma sembra principalmente dovuta all’aumento del numero di titoli
distribuiti. Se le Olimpiadi di Pyeongchang sono state, in effetti, leggermente
più ‘democratiche’ di quelle di Soči (con una media di 10,23 medaglie per
nazione contro 11,19), nella storia dei Giochi il numero di medaglie totali
distribuite è cresciuto assai di più che il numero dei paesi in grado di
aggiudicarsele; a titolo di confronto, alle prime Olimpiadi invernali, quelle
di Chamonix 1924, vennero distribuite una media di 4,9 medaglie per nazione.
Queste cifre mostrano anche come un mero conteggio delle
medaglie ottenute da una nazione ad una singola edizione dei Giochi sia
scarsamente significativo. Da una parte, il numero delle medaglie totali
assegnato cambia (e aumenta) ad ogni edizione; la prestazione della Norvegia a
Pyeongchang è quindi difficilmente comparabile, in termini assoluti, a quella
realizzata a Lillehammer 24 anni fa. Dall’altra, il fatto di assegnare un titolo
unicamente ai primi tre atleti in ogni prova è, seppur storicamente e
simbolicamente suggestivo, arbitrario e probabilmente poco significativo per
stabilire in maniera decisiva il valore sportivo di una nazione. Senza
ovviamente voler togliere nulla al prestigio delle medaglie ed al fascino dei
rituali olimpici, si può cercare di calcolare in altri modi il successo (o
l’insuccesso) di una nazione ai Giochi e, più in generale, lo ‘stato di forma’
sportivo (in questo caso negli sport invernali) dei diversi paesi.
Esistono diversi tipi di calcoli che sono stati proposti per
‘correggere’ il semplice conteggio delle medaglie o degli ori olimpici [6].
Alcuni prendono in considerazione elementi ‘esterni’, correlando ad esempio il
numero delle medaglie con la popolazione totale di un paese, con la superficie
o con il Pil [7]. Gli scarti tra questi diversi parametri sono però tali da
provocare distorsioni enormi e renderli di fatto poco interessanti. A titolo di
esempio, calcolando il rapporto tra medaglie vinte e popolazione, il vincitore
dei Giochi di Pyeongchang sarebbe, grazie alle sue dimensioni ridotte, il
Liechtenstein, che ha vinto una sola medaglia di bronzo; per superarlo, gli Usa
avrebbero dovuto vincere più di 8.500 medaglie, e la Cina oltre 36 mila…
Un parametro più interessante, soprattutto per comparare le
prestazioni di una singola nazione in diverse Olimpiadi, è quello che i
curatori del sito OlympStats [8]
chiamano le “medal ops”, o “opportunità di medaglia”, ossia il numero di
medaglie che una nazione può aggiudicarsi, che varia per ogni prova (è 1, ad
esempio, nell’hockey, ma è 3 nello sci alpino, dove una nazione poteva
schierare fino a 4 concorrenti). Secondo questo calcolo, il successo di una
nazione corrisponde al numero di medaglie ottenute rispetto a quelle
potenziali. Anche in questo caso, la classifica è ovviamente guidata dalla
Norvegia, le cui 39 medaglie corrispondono al 14,88% delle “medal ops”, ossia
delle medaglie totali che avrebbe potuto vincere a Pyeongchang. Come dicevo,
questo tipo di calcolo è particolarmente utile per confrontare le prestazioni
nelle diverse edizioni dei Giochi. Esso permette di vedere, ad esempio, che la
prestazione della Norvegia a Pyeongchang è stata significativamente migliore di
quella della Russia a Soči, che aveva avuto un tasso di successo dell’11,37%
(tenendo conto delle 4 medaglie ritirate per doping). Lo schema qui sotto
mostra l’evoluzione nella prestazione così calcolata delle prime 15 nazioni del
medagliere di Pyeongchang.
Il diagramma mostra chiaramente come la Norvegia e la
Germania, e in misura minore la Corea del Sud, abbiano realizzato le
prestazioni migliori rispetto a quattro anni fa, mentre è evidente il drastico
ridimensionamento della prestazione degli OAR rispetto alla Russia (ma il
totale delle medaglie che saranno lasciate a quest’ultima dopo i verdetti sullo
scandalo del doping di stato è ancora incerto), e le relative
contro-prestazioni di nazioni come gli Usa o i Paesi Bassi.
Un altro parametro che viene spesso considerato per ‘correggere’
il puro calcolo delle medaglie consiste nel considerare i piazzamenti ottenuti
da ogni nazione nei primi otto posti in ogni prova. Otto corrisponde infatti al
numero dei finalisti in molte competizioni olimpiche (ad esempio nell’atletica
o nel nuoto), al numero dei concorrenti che partecipano ai quarti di finale
nelle gare ad eliminazione diretta (come negli sport di squadra), e i primi otto
sono i concorrenti a cui il Cio consegna un diploma in ogni competizione
olimpica; si tratta quindi di un numero che può essere considerato come
relativamente significativo. Il diagramma qui sotto mette a confronto il numero
di medaglie (in rosso) con il numero di piazzamenti ottenuti tra i primi otto
(in giallo) per tutte le nazioni medagliate a Pyeongchang, e permette di ‘rivalutare’
la prestazione di alcune nazioni, come gli Usa (primi a pari merito con la
Norvegia per il numero di piazzamenti), il Giappone o l’Italia, e di
‘ridimensionare’ quella di altre, come i Paesi Bassi (quinta come numero di
medaglie, ma tredicesima come numero di piazzamenti, ne parlerò qui sotto).
Anche in questo caso, poi, è possibile calcolare il numero
dei piazzamenti in relazione alle ‘opportunità di piazzamento’ (ovvero la
percentuale di riuscita di ogni nazione sul numero di piazzamenti tra i primi
otto possibili) e la sua evoluzione rispetto alla scorsa edizione, rappresentata
nel diagramma qui sotto.
Ancora una volta, crescono Norvegia e Germania, anche se in maniera meno spettacolare rispetto al numero delle medaglie, e soprattutto il Canada, che ha quasi raddoppiato (dal 12,5% al 20,8%) il suo tasso di riuscita nei piazzamenti, mentre calano (senza sorprese) la Russia e in maniera minore la Cina e i Paesi Bassi.
Gli ultimi due parametri che si possono prendere in
considerazione riguardano, rispettivamente, il livello di specializzazione e
l’efficacia delle diverse nazioni ai Giochi. Per misurare il primo, è possibile
osservare come sono distribuite le medaglie ottenute da ogni nazione nelle
diverse discipline sulle 15 presenti a Pyeongchang.
Dei cinque paesi che hanno ottenuto più di 20 medaglie, i
meno specializzati sono gli Stati Uniti, che hanno vinto medaglie in 11 sport
su 15 (con una media di 2,09 per sport), mentre i più specializzati sono,
prevedibilmente, i Paesi Bassi, che, come si sa, ottengono medaglie solamente
negli sport di velocità sul ghiaccio (pattinaggio veloce e short track), con
una media di 10 medaglie per sport. Il diagramma qui sotto mostra la
distribuzione delle medaglie nei vari sport per tutte le nazioni che ne hanno
ottenute almeno 10. Più il ‘blocco’ relativo a un paese è compatto, minore è il
grado di specializzazione.
Come si vede, anche tra le nazioni che si trovano ai piani
alti della classifica, ve ne sono di altamente specializzate; oltre ai Paesi
Bassi, la Norvegia (14 medaglie su 39 ottenute nello sci di fondo), la Russia
(8 medaglie su 17 nello sci di fondo) o la Corea del Sud (13 medaglie su 17 tra
pattinaggio veloce e short track).
Per misurare quella che chiamo l’efficacia di una nazione
alle Olimpiadi, invece, si può calcolare il rapporto tra il numero degli atleti
schierati e il numero di medaglie o di piazzamenti ottenuti. La dimensione
della delegazione inviata ai Giochi è già in sé un indicatore del ‘valore’ di
una nazione, dal momento che la qualificazione alle diverse prove dipende dai
risultati ottenuti nei tre anni precedenti (anche se il Cio si riserva la
possibilità di introdurre dei correttivi, attraverso un sistema di ‘wild
cards’). Il calcolo in questione, quindi, in sostanza conferma o smentisce la
gerarchia di valori valutata prima dei Giochi. Il diagramma qui sotto mostra il
calcolo del rapporto tra le medaglie (in blu) e i piazzamenti (in verde)
ottenuti e il numero di atleti schierati per ognuna delle nazioni medagliate a
Pyeongchang.
In questo caso, più il rapporto è piccolo, più una nazione
può essere considerata ‘efficace’. I Paesi Bassi, ad esempio, con una
delegazione di 33 atleti hanno ottenuto 20 medaglie (una per ogni 1,65 atleti)
e esattamente 33 piazzamenti. Naturalmente, queste cifre sono da mettere in
correlazione con quanto già osservato riguardo ai Paesi Bassi: una delegazione
compatta (al ventiquattresimo posto per dimensione), altamente specializzata in
due discipline (29 atleti su 33 gareggiavano nel pattinaggio veloce e/o nello
short track) e, a quanto risulta da questi dati, altamente efficace. Dall’altra
parte della scala, con una delegazione numericamente identica a quella olandese,
l’Ucraina ha ottenuto solo due due piazzamenti tra i primi otto, e il Kazakistan
ha raccolto solo una medaglia di bronzo schierando 46 atleti.
[1] Si veda,
ad esempio, il dossier Menaces sur les JO
d’hiver, le Monde, 9 febbraio
2018.
[2] Russian bobsledder Sergeeva admits to doping at Olympics, The Washington Post,
24 febbraio 2018.
[3] IOC lift Russian Olympic Committee suspension, inside the games, 28
febbraio 2018.
[4] Winter Olympics stats: Norway’s record haul, Germany’s golden Games and more, BBC,
26 febbraio 2018.
[5] Le cifre
sono tratte, adattandole, dalla pagina All-time Olympic Games medal table di Wikipedia,
consultata il 31 gennaio e il 28 febbraio 2018.
[6] Chi ha vinto davvero più medaglie alle Olimpiadi invernali?, La Stampa,
26 febbraio 2018.
[7] Calcoli
di questo tipo particolarmente accurati per tutte le edizioni delle Olimpiadi
sono proposti sul sito Medals per Capita.
Commenti
Posta un commento